Paita Sergio nato a Calice al Cornoviglio l'11.10.1926, ha fatto parte delle
formazioni partigiane, brigata Val di Vara della "Giustizia e Libertà" dal 1
agosto 1944 al 30.4.1945, data della definitiva liberazione della zona.
Benchè
non fosse stato precettato dalle autorità della r.s.i. data la giovane età,
si unì coll'entusiasmo dei suoi 18 anni, agli altri suoi compaesani che
lasciavano la famiglia per salire ai monti ad affrontare i disagi e i
pericoli della guerra di liberazione.
Due giorni dopo affrontava inchiodato nella postazione assegnatagli
l'attacco di preponderante forze di SS tedesche in rastrellamento. Durante i
combattimenti conseguenti ai reiterati attacchi nemici, Sergio Paita si
comportò da valoroso e si distinse come uno fra i migliori.
Prese poi parte a numerose a rischiose azioni di sabotaggio lungo le
rotabili principali.
Nei succussivi rastrellamenti messi in atto da grosse unità tedesche
affiancate da quelle della r.s.i. confermò le ottime prove iniziali; aveva
saputo assimilare con estrema rapidità le norme circa l'impiego delle armi e
lo sfruttamento del terreno e la applicava con la naturalezza e la
padronanza di un veterano.
Dal 20 al 26 gennaio 1945 ebbe luogo, in tutto il territorio occupato dalle
formazioni della 4^ Zona Operativa, un grande rastrellamento.
Dopo i primi scontri contro l'attacante avvenuti sui crinali di Preda Bianca
( a circa 900 m.s.m. ) la compagnia della quale Sergio Paita faceva parte
ricevette l'ordine di sganciamento. Questi fu costretto, insieme al reparto,
di vivere all'addiaccio, con una temperatura scesa ad oltre -10°, su
un terreno coperto di neve e battuto da gelidi venti, senza possibilità di
riparo o di cambiare gli indumenti personali inzuppati, o di procurarsi il
cibo.
In tale situazione Sergio contrasse una grave pleurite essudativa che aveva
poi degenerato in t.b.c. polmonare.
Le cure alle quali venne sottoposto furono molto sommarie sia per mancanza
di medicinali sia per l'impossibilità di disporre di un alloggio
adeguatamente riparato.
Dopo un breve periodo di ricovero nell'ospedaletto da campo del reparto
preferì rientrare in formazione.
Sopportò il suo male con molta dignità e non ne fece motivo per avanzare,
come sarebbe stato giusto, richieste di esenzione dai compiti più gravosi.
Partecipò alla battaglia per la liberazione di Aulla che durò due giorni,
impegnandosi sempre fra i primi.
Indubbiamente Sergio Paita è stato un combattente di primo piano e ha
volontariamente affrontato rischi e strapazzi fisici per solidarietà con i
suoi compagni di lotta e per profondo senso del dovere verso la Patria.
In fede
Gen. B. Daniele BUCCHIONI
Già Com.te della Brig. Val di Vara |
In occasione del
rastrellamento del 3 agosto del 44, l'intera zona occupata dalle
formazioni partigiane fu attaccata da due divisioni tedesche.
Il settore occupato dal reparto venne investito da un
battaglione di SS.
Il Comandante Dany decise di affrontare quei demoni di guerra e
ne illustrò il piano e le modalità ai suoi ragazzi. Concluse
invitando coloro che non condividevano la decisione, di uscire
dai ranghi; erano liberi di andarsene.
Nessuno si mosse. Intervenne per primo Zanelli Francesco:
«Abbiamo fiducia in te. Ti seguiremo ovunque.»
Ricordo fra i vari interventi quello di Sergio: «ci hai spremuti
come limoni per addestrarci. E' l'occasione per dimostrare che
abbiamo imparato». «Bravo Sergio! sono sicuro che con uomini
disciplinati e decisi andrà tutto bene. Daremo una lezione: il
terreno e la sorpresa sono il nostro vantaggio». |