Con
quale corpo partecipò alla Campagna di Russia?
Partii con il Genio Ferrovieri il 4 agosto del 1942 da
Bologna e tornai aggregato alla Divisione Julia, perché
durante la ritirata dei 1200 del Genio Ferrovieri, eravamo
rimasti 25/30.
C’era qualche morconese assieme a te?Di morconesi che
hanno partecipato alla Campagna di Russia, ne eravamo
diversi, ma con me c’èra solo Rosario Bollella.
Quando arrivò sul fronte?
Sul fronte del Don ci arrivammo il 17 dicembre del 1942, poi
siamo stati anche a Pietroburgo, Sebastopoli, Stalino,
Weradilogrado, Niebotoschi.
Quale è il ricordo più brutto della Campagna di Russia?
Faceva grande freddo, mi si ghiacciò il piede sinistro e le
estremità delle mani. Durante la ritirata una sera verso le
20 , io assieme ad un altro alpino di Pescara andammo a
bussare ad una casa, ci ospitò una signora. Fece riscaldare
una pignatella con l’erba dentro, che ci passammo addosso
per riscaldarci. Il giorno dopo tutto passato.
Come era quindi il rapporto con la popolazione?
La popolazione russa era brava. Un alpino di Colle Alto,
rimase in Russia e si sposò una ragazza conosciuta durante
la ritirata.
Ne avete avuti contatti ravvicinati con i russi?
I mongoli erano terribile, se ti prendevano non te la
scampavi.
Come era la situazione di notte?
Se non si era di vedetta, si dormiva in ricoveri sottoterra,
per le bufere di neve. Capitava di accendere dei fuochi.
Come eravate equipaggiati?
Avevamo le pezze da piedi, il pastrano con pellicciotto
di agnello, elmetto gv e scarpe di vitello. Mia madre mi
fece 3 calzini di lana. Le scarpe non conveniva levarsele,
senò per il freddo non si riusciva più a rimettersele.
I russi invece avevano gi stivali felpati, alti sino alle
ginocchia.
Come eravate armati?
Fucili e mitragliatori. Niente carri armati. Con le bombe a
mano abbiamo annientato 40 carri armati russi a Cercou.
I rifornimenti arrivavano?
Si ma in ritardo.
Quale rapporto c’era con i tedeschi?
Nessun rapporto, i soldati italiani tra loro e i
tedeschi tra loro. Durante la ritirata a qualche soldato
italiano che si aggrappava ai camion tedeschi, gli sono
state date baionettate alle mani.
Ho fatto 80 km senza mangiare per 7 8 giorni.
Come è stato il rimpatrio?
Da Bresta col treno sino a Torino, e poi a Bolzano dal
Reggimento. Li ci hanno tenuti 15 giorni in contumacia. Era
l’aprile del 1943.
Tornato in Italia che ha fatto?
Sono stato a Roma sino l’8 settembre del 1943. Dopo ci siamo
presentati al Distretto Militare di Benevento, che ci ha
congedato.
A Morcone sono tornato a ottobre. Sono riuscito ad essere
assunto in una cava, e così ho evitato l’altra chiamata alle
armi.
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