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Saverio Testa

Morcone (BN) 4.3.1919


 

intervista del 21 agosto 2007

Con quale corpo partecipò alla Campagna di Russia?
Partii con il Genio Ferrovieri il 4 agosto del 1942 da Bologna e tornai aggregato alla Divisione Julia, perché durante la ritirata dei 1200 del Genio Ferrovieri, eravamo rimasti 25/30.

C’era qualche morconese assieme a te?Di morconesi che hanno partecipato alla Campagna di Russia, ne eravamo diversi, ma con me c’èra solo Rosario Bollella.

Quando arrivò sul fronte?
Sul fronte del Don ci arrivammo il 17 dicembre del 1942, poi siamo stati anche a Pietroburgo, Sebastopoli, Stalino, Weradilogrado, Niebotoschi.

Quale è il ricordo più brutto della Campagna di Russia?

Faceva grande freddo, mi si ghiacciò il piede sinistro e le estremità delle mani. Durante la ritirata una sera verso le 20 , io assieme ad un altro alpino di Pescara andammo a bussare ad una casa, ci ospitò una signora. Fece riscaldare una pignatella con l’erba dentro, che ci passammo addosso per riscaldarci. Il giorno dopo tutto passato.

Come era quindi il rapporto con la popolazione?
La popolazione russa era brava. Un alpino di Colle Alto, rimase in Russia e si sposò una ragazza conosciuta durante la ritirata.

Ne avete avuti contatti ravvicinati con i russi?
I mongoli erano terribile, se ti prendevano non te la scampavi.

Come era la situazione di notte?
Se non si era di vedetta, si dormiva in ricoveri sottoterra, per le bufere di neve. Capitava di accendere dei fuochi.

Come eravate equipaggiati?
Avevamo le pezze da piedi, il pastrano con pellicciotto di agnello, elmetto gv e scarpe di vitello. Mia madre mi fece 3 calzini di lana. Le scarpe non conveniva levarsele, senò per il freddo non si riusciva più a rimettersele.
I russi invece avevano gi stivali felpati, alti sino alle ginocchia.

Come eravate armati?
Fucili e mitragliatori. Niente carri armati. Con le bombe a mano abbiamo annientato 40 carri armati russi a Cercou.

I rifornimenti arrivavano?
Si ma in ritardo.

Quale rapporto c’era con i tedeschi?
Nessun rapporto, i soldati italiani tra loro e i tedeschi tra loro. Durante la ritirata a qualche soldato italiano che si aggrappava ai camion tedeschi, gli sono state date baionettate alle mani.
Ho fatto 80 km senza mangiare per 7 8 giorni.
 
Come è stato il rimpatrio?
Da Bresta col treno sino a Torino, e poi a Bolzano dal Reggimento. Li ci hanno tenuti 15 giorni in contumacia. Era l’aprile del 1943.

Tornato in Italia che ha fatto?
Sono stato a Roma sino l’8 settembre del 1943. Dopo ci siamo presentati al Distretto Militare di Benevento, che ci ha congedato.
A Morcone sono tornato a ottobre. Sono riuscito ad essere assunto in una cava, e così ho evitato l’altra chiamata alle armi.
 

realizzata da Massimiliano Pisano